La Strada Provinciale Campana n. 2 è quella che dal bivio di Rapone, dove incrocia l’Ofantina, oltrepassa San Fele, non prima di aver attraversato Ruvo del Monte, l’attuale Corso Italia.
Una strada che ha fatto la storia di Ruvo del Monte, esistente fin dall’antichità, faceva da unione tra il mar Ionio ed il mar Tirreno; infatti numerose sono i ritrovamenti rinvenienti dagli scavi archeologici che hanno datato alcuni oggetti sin dall’VIII secolo A.C..
Strada obbligata per mercanti, pellegrini, ecc., strategica, tanto che durante la seconda guerra mondiale i tedeschi prima l’hanno usata come passaggio e poi tentato di interromperla minando alcuni ponti.
Interrezione della strada vicino l’abitazione
che fu di Carmine Di Lucchio
Senza voler andare così indietro, la S.P. Campana n. 2, prima dell’apertura della S.P. 219, realizzata dopo il violento sisma del 23 novembre 1980, era quella che congiungeva Ruvo del Monte a Rapone e San Fele, arteria vitale per lo scambio con i paesi cofinanti, tratta indispensabile per gli studenti che si recavano a Rionero in Vulture, Melfi e Calitri.
Una doverosa premessa per inquadrare nel territorio quella che è stata un mezzo indispensabile per la crescita economica e culturale del nostro, ormai, piccolo centro.
Ebbene, sembre che la S.P. Campana n. 2 stia seguendo di pari passo il declino dei paesi che attraversa: Ruvo del Monte, Rapone, San Fele hanno perso oltre il 60% della popolazione in sessanta anni.
La strada è abbandonata a se stessa con la carreggiata ormai ridotta ad una gruviera, di manutenzione, almeno quella ordinaria, non se ne vede da oltre un decennio, ed ora “dulcis in fundo” sbarrata sia verso Rapone che verso San Fele con blocchi di calcestruzzo perchè alcuni ponti sono pericolanti, anche lei vittima del tempo che passa.
Careggiata ormani quasi inesistente verso Rapone
Ripercorrendo in una lunga passeggiata la strada, la nostalgia la fa da padrona, si ritorna agli anni addietro, quelli spensierati della scuola, delle scappatelle nei paesi vicini, quando il percorso della strada andava di pari passo con quello della vita; vedere interrotta quella strada e come se si fosse interrotta una parte della tua vita.
Forse la strada non si aggiusterà più, forse il calcolo del beneficio/costo sconsiglia di investire anche solo un centesimo, forse questa parte della Basilicata sta per essere cancellata, forse nelle contrade non abita più nessuno, forse ci sono troppi forse, ma una certezza rimane: ci stiamo liberando della parte nobile del nostro passato, delle nostre radici…..e questo non fa altro che accrescere quella “nostalgia canaglia” di quello che poteva essere e non è stato, di quello che è stato e …. purtroppo non tornerà più.