I Comitati popolari della fine degli anni sessanta e inizio anni settanta

Ho apprezzato molto la recensione sull’ultimo libro di Leonardo Cuoco di Gianpiero Perri sulla Gazzetta del 18 febbraio scorso.

Con Leonardo Cuoco ci accomuna la nascita (Ruvo del Monte) e la “patogenesi” del discorso sul Mezzogiorno Interno, un “processo morboso”, il nostro, che dura da oltre cinquant’anni…(io da studente di sociologia economica degli anni settanta, lui da collaboratore del pensiero forte di Pasquale Saraceno).Lui economista, io sociologo di strada.

Da sociologo di strada ho studiato a fondo i movimenti politici delle aree interne del Mezzogiorno, dai CUP, Comitati Popolari Unitari dell’entroterra foggiano ai Centomila di Scanzano Jonico. Per queste ragioni sento il dovere di dare un consiglio a una nostra conterranea, la Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Il consiglio gratuito, senza impegno, è di leggere attentamente il capitolo ottavo del libro “Quando la Sinistra amava il Mezzogiorno interno”(Il libro non è in vendita, basta richiederlo alla casa editrice” IL SEGNO” Arti Grafiche –Soc . Coop. Sociale- Potenza).

La Ministra è particolarmente impegnata nel Foggiano con l’apertura di una Sezione DIA, ma , lamenta da qualche settimana la scarsa collaborazione e le scarse denunce dei cittadini dauni.

Eppure il CUP dauno , negli anni settanta, (per essere preciso, primavera 1969) ha portato in piazza oltre trentamila foggiani.

Un CUP dove si riconoscevano partiti democratici, organizzazioni sindacali, culturali e sociali.

Un CUP, fatto di cittadini e di uomini e donne di buona volontà che rinunciavano alla committenza partitica e sindacale e tentavano di gestire direttamente la lotta, non violenta e democratica , in una ricomposizione politica di ogni richiesta economica.

Dai trentamila in piazza degli anni settanta alla deprimente ignavia di oggi .

Dal Cumulare queste esperienze , costituire un movimento di massa, costruire una cultura che concepiva in modo nuovo l’esistenza, i rapporti interpersonali , la condizione giovanile e femminile delle aree interne, la scuola , l’intera società civile in tutte le sue articolazioni era racchiuso il senso di questo stupendo Comitato Popolare Unitario. Oggi il VUOTO , IL NULLA…quanti passi indietro, caro Massimo.

A tal proposito dove sono finiti i nostri  centomila lucani di Scanzano del novembre 2003 e le decine di migliaia di giovani di Libera di Potenza del lontano 19 marzo 2011 ?

Come erano belli quei tempi, come era bello rinunciare alle bandiere di partito e gestire direttamente quei momenti di meravigliosa concordia e unità, da Campo Fango di “Terzo Cavone” al Piazzale “Regione Basilicata” di Libera con una moltitudine giovanile vivace e propositiva, il popolo giovane lucano delle stupende Felpe Bianche.

Eravamo orgogliosi del Presidio di Terzo Cavone gestito dal nostro Forum Regionale dei Giovani, voluto dall’allora Assessore Collazzo.

Eravamo consapevoli  che c’era lì … un “altro” popolo lucano.

Un popolo vero fatto di tanta bella gente, di tante coraggiose donne e di tanti valorosi giovani che si cibavano di giustizia sociale  e di legalità.

Quella vera  giustizia sociale e quella vera legalità, sconosciuta a Noi, società adulta.

Mauro Armando Tita

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