Gli “orgogliosi” lucani di Mariolina Venezia e i lucani “smarriti” di oggi

Forse, la redazione del Quotidiano è troppo giovane o “forestiera” e non ricorda un’altra pagina nera della malaindustria lucana.

Mi riferisco ai fallimenti dei vari “zuccherifici”, da Melfi a Policoro.

Forse mi sbaglio, ma, con l’intervista alla famosa scrittrice lucana Mariolina Venezia,  a Michele Somma Presidente Confindustria di Basilicata  e a Rocco Maglietta direttore generale ASM sembra che stia per arrivare una sospettosa  operazione politica “edulcorata”.

I lucani per la Mariolina  non sono rassegnati (alla Levi)sono silenziosi e orgogliosi.

Vogliamo crederlo anche noi.

Purtroppo ci siamo accontentati, cara Mariolina, solo di infime  oasi di libertà.

Infime  oasi vissute nelle nostre aree interne negli anni settanta  con la “meglio gioventù” lucana.

L’ingordigia del potere, cara Mariolina, ha creato anche in questi ultimi venti anni tanti nuovi boiardi rossi, più assatanati dei vecchi burosauri democristiani.

La caratteristica comune presente nei vecchi e nei nuovi boiardi è sempre stato lo spreco, il DEBITO,la clientela spicciola e partitocratica, e, soprattutto, quella familistica.

Per i seri  giovani iperprofessionalizzati  e fuori tribù (alla Mariolina Venezia) non è mai prevalsa la meritocrazia.

A loro  è stata riservata  una bella e rigida valigia, oggi sostituita dal più simpatico Trolley.

A tutto ciò si assomma una stampa locale  in parte di denuncia e in parte di regime.

Per amore della verità, dobbiamo constatare che in questo ultimo decennio la stessa stampa locale  ha avuto un vero sussulto di dignità  e ha creato due nuove testate.

Testate che si sono contraddistinte in una prima fase  a denunciare la malapolitica e le malefatte delle varie Giunte regionali.

Poi è successo qualcosa di strano i giornalisti Rivelli e Grasso sono stati chiamati a ricoprire incarichi dirigenziali alla Presidenza della Giunta.

Il primo,(Rivelli) un giornalista, caparbio e volitivo, che denunciava a raffica la “consulentopoli” del Palazzo, all’Ufficio stampa regionale.

Il secondo (Grasso) che con i suoi editoriali pungenti e incisivi faceva una certa paura ai “mammasantissima” del potere regionale  a Portavoce del Presidente.

Le nomine a Portavoce del Presidente e di responsabile dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale con  la immediata accettazione sia del Grasso che del Rivelli ci aveva letteralmente spiazzato.

Non potevamo immaginare tanta devozione verso il Governatore sia di Rivelli che del Grasso  dopo le tante denunce al veleno.

Completa il quadro  dei sospetti di sorta  la nomina di Leporace alla Film Commission (anche se sono convinto che il nostro ex direttore ha “i numeri” e il “Know how” giusto  per fare bene).

Da anni abbiamo denunciato il ginepraio del sottogoverno lucano, fatto di sprechi e di spaventosi  debiti accumulati con una disinvoltura terrificante.

Il re Mida tutto quello che toccava diventava ORO, il manager lucano del sottogoverno tutto quello che tocca diventa DEBITO.

Tutte le Giunte regionali con una disarmante procedura sono intervenute a ripianare queste annose e incresciose  situazioni debitorie.

Se fossero stati recepiti almeno  parzialmente tutte le nostre secolari denunce, la Regione Basilicata avrebbe goduto di buoni risultati sia sul piano politico-istituzionale che su quello economico, con centinaia di milioni recuperabili dalla royalties del petrolio e delle risorse idriche.

Cara Mariolina, purtroppo, dobbiamo smentirti e dire che in Basilicata, in questi ultimi venti anni non vi è stato nè orgoglio  nè dignità da parte della maggioranza dei lucani.

Cara Mariolina il pressappochismo e le furbizie  accompagnano la maggioranza dei lucani con comportamenti sociali deprecabili.

Da noi il senso dei diritti di cui è giusto che goda il singolo cittadino è ancora oggi oppresso da una condizione di sudditanza psicologica e perversa  verso il potere ,lo conferma, tra l’altro,  il “comune” laureato UNIBAS,   che punta al pezzo di carta e alla raccomandazione.

Il grado di civiltà di una comunità si misura dalla capacità di garantire indistintamente comportamenti corretti e qualificati con qualche dose di professionalità.

Quando invece i comportamenti tendono in tutte le forme di governo e sottogoverno regionale e locale  ad atteggiarsi a discrezionali elargizioni vuol dire che qualcosa non funziona e non ha mai funzionato democraticamente.

Tutto ciò,  cara Mariolina, nonostante il tuo ottimismo di maniera, le “stupende” affermazioni di Michele Somma che coniuga una lapalissiana “politica del petrolio con l’ambiente”e il pareggio di bilancio di Rocco Maglietta, ha provocato seri deficit di democrazia e ci tiene lontani dalle civiltà moderne ed europee e  dalle società mature democraticamente.

mauro.armando.tita@alice.it

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