Il neo direttore Partipilo ha debuttato felicemente con un fiero e prioritario obiettivo: “ Risvegliare le coscienze del Mezzogiorno”.
Come sosteneva il pessimista giocoso, fuoriclasse dell’ironia, aforista di professione, il grande liberal Roberto Gervaso morto quasi un anno fa ( il 2 giugno2020, giorno della celebrazione della Repubblica) :” Il giornalista deve coltivare l’onestà intellettuale e il rispetto verso il lettore senza mai farlo sentire ignorante, bisogna raccontargli le cose che non sa , e spiegargliele senza spocchia e con tanta ironia”.
Noi ci abbiamo provato e lo facciamo quotidianamente cercando di coltivare con un po’ di “igienico” sarcasmo l’obiettività e il terzismo, caduti terribilmente in disgrazia in questi ultimi anni.
Abbiamo avuto la “riprova” delle nostre denunce sul personale degli Enti Locali e sulle selvagge esternalizzazioni dai “Report” della Corte dei Conti.
L’ultima ricerca Svimez/Tagliacarne di qualche settimana fa ci ha informato che sono a rischio ventimila imprese del Sud di cui oltre tremila sono lucane(Vedi SOS Rosa Gentile, Confartigianato).
Pur nei limiti delle nostre modeste possibilità ci sforziamo a formulare indicazioni e suggerimenti per le “policy” di sviluppo territoriale della Basilicata. E’ inutile ribadire la strana partita di giro del recovery fund, ormai acclarata.
Abbiamo bisogno di tanta competenza e di tanta chiarezza espositiva.
Abbiamo bisogno di lasciare traccia in un mondo lucano dove non esiste più garbo istituzionale.
Ognuno di Noi continua a rimirarsi nella sua scheggia di specchio infranto. Siamo così vanitosi che abbiamo tralasciato da anni l’etica della “responsabilità” e del “dare conto”.
Etica e “Dare conto” significa aprire il “Palazzo” alla cittadinanza attiva lucana, non considerare il personale come arredo urbano. “Dare conto” significa, soprattutto, creare una nuova generazione di funzionari credibili e liberi supportati da una nuova categoria di cittadini lucani che sappiano pretendere e avere certezza dei propri diritti.
Fiducia in un PNRR inserito in una nuova dottrina manageriale che non si immiserisca negli egoismi di natura corporativa. Fiducia nelle nuove professioni che sappiano ricostruire una nuova passione civile finalizzata ad una società lucana multidisciplinare. Società multidisciplinare che superi i desueti egoismi dei vari Ordini Professionali e si avvii a riproporre finalmente i tre fattori industriali : “Competitività, Ricerca e Ammodernamento” per valorizzare una vera imprenditoria lucana pur in presenza di una disastrosa gestione ASI.(vedi articolo di Antonella Inciso sulla Gazzetta del 17 maggio scorso).
Fattori che languono da secoli e sfociano in patogene crisi industriali, sempre più brutali.Siamo stanchi di terrificanti chiusure e di orribili delocalizzazioni, non più accettabili.Ci eravamo illusi che l’avvento FIAT/FCA/STELLANTIS avrebbe innescato i tre pilastri della qualità dell’ambiente “macroeconomico”: “L’efficienza della P. A., L’accesso alla finanza regolata, L’adeguatezza delle infrastrutture con l’accesso alle nuove tecnologie”… non ci siamo riusciti.
Lo dobbiamo amaramente costatare che questi tre seri fattori industriali non sono mai stati attivati e ci pongono in una situazione di estrema inadeguatezza, nonostante la “scialuppa” del recovery fund.Una scialuppa che in assenza dei tre fattoti si sfalderà in mare aperto come i barconi dei migranti in serie difficoltà.
Dovremo riprendere cari amministratori regionali, provinciali e comunali il serio cammino vocato alla competitività, tanto agognato dalla vecchia legge regionale n. 1/09 mai seriamente posto in essere. Una competitività che parta finalmente dalle nostre risorse endogene e chiuda per sempre con un presunto sviluppo industriale che non ha mai creato un serio indotto endogeno e una vera autonomia.
Senza AUTONOMIA non si crea sviluppo, né industriale, né economico.
Noi siamo stanchi di essere considerati MERCATO di riserva in presenza di tante risorge energetiche, idriche e paesaggistiche. Ci siamo battuti da sempre per superare questa fase ambigua e indistinta del nostro modello industriale. Abbiamo proposto joint-venture , affiancamento e start up in un vero processo di discontinuità nel deserto di sempre.
Oggi vi è l’ultima occasione da non tralasciare, uno strumento europeo di emergenza per la ripresa, meglio conosciuto come Next Generation Eu.
Riusciranno i nostri “eroi” a dare uno scossone all’economia lucana in termini di rivoluzione digitale e di transizione ecologica?
Riusciranno questi “eroi” a far rientrare le migliaia di cervelli in fuga?
Lo vogliamo ricordare ai nostri cari Amministratori regionali a fronte di trentamila universitari lucani fuori sede, ben l’87% non rientra più in regione. Questo dato così emblematicamente negativo non si presta ad alcun auspicio di sorta.
Speriamo, dopo la bella “illusione” del recovery fund , di non svegliarci più vecchi, più demoralizzati e sempre più depressi.
Armando Tita
Sociologo