Creatività vo’ cercando…Le nuove condizioni per un serio rilancio della Confindustria lucana.

Nei giorni scorsi  è stata presentata la nuova squadra della Confindustria Basilicata per il  mandato quadriennale 2020/2024.
Negli anni e nei mesi scorsi non siamo mai stati teneri con questa Associazione datoriale.
Oggi, al contrario,  desideriamo invertire la tendenza,  vogliamo  essere più  propositivi e meno polemici.
Ci chiediamo con la Fase 2 la Confindustria lucana  riuscirà finalmente ad avere  un sussulto, una improvvisa emozione, uscirà  definitivamente dal limbo  e dal suo splendido  isolamento?
Lo  speriamo e lo auspichiamo tutti noi lucani di buona volontà.
La Confindustria lucana ha bisogno di tanti cambiamenti e di tanta creatività  “appannata” da oltre un decennio.
La creatività lo vogliamo ricordare alla neo squadra confindustriale  si ciba di due categorie: Il NUOVO e l’UTILE.
Il Nuovo deve chiudere con le pigrizie e lo scoramento del passato, l’Utile deve riconoscere le competenze.
Vi ricordate le  tante amare  riflessioni sul PIL drogato, sul fallimento del Consorzio ASI di Potenza  e  sulla totale assenza dei tre significativi  fattori industriali:
“La competitività, la ricerca e l’ammodernamento del nostro tessuto industriale” ?
Tranne qualche rara eccezione presente a Rapone e Ginestra con la brillante, innovativa e “autoctona” Pintotecno (mai seriamente coinvolta dalla Confindustria lucana) e a Tito “oasi” importata, il quadro che si presenta è ancora sconcertante.
La situazione industriale è di estrema inadeguatezza nonostante i giudizi lusinghieri  dell’allora Vice Presidente Nazionale  Artioli con delega al Sud.
Sembra un secolo fa , era solo il 2008,  l’Artioli confermava che la Regione Basilicata era l’unica regione meridionale che era riuscita a consolidare un tessuto imprenditoriale e sociale rispondendo ai bisogni e alle necessità richieste dalla stessa Confindustria.
Erano gli anni d’oro di Fiat Sata/FCA  e del Distretto del Mobile.
Il Censis di concerto con la Regione Basilicata  completava una ricerca socio-economica  dall’intrigante titolo : “Dal Posto(pubblico) al percorso (formativo e imprenditoriale)”.
Un’atmosfera idilliaca vissuta nel 2008 (annus horribilis per l’Italia) . Un entusiasmo fuori dal comune. La Luiss, la Regione e la stessa Confindustria lucana erano unite da un unico obiettivo:
“ Generare, Selezionare, Formare una nuova classe dirigente”.
Con questo vento in poppa ci siamo  illusi  per l’intero biennio 2008/2009.

Eravamo convinti  che  da quel momento potevamo innescare  i tre pilastri della qualità dell’ambiente macroeconomico: la finanza regolata, l’efficienza della P. A.  e l’accesso alle nuove tecnologie.
La Basilicata contribuiva a porre in essere le sempre agognate  e mai realizzate  joint ventures  bandendo la  488 con  la sua  stucchevole e fuorviante applicazione tesa a favorire una  imprenditoria poco sana, poco competitiva, ma, molto, molto  “garantita” dal finanziamento pubblico a fondo perduto.
Il Censis  ci aveva  spronato e ci aveva  convinto  che potevamo valorizzare  i nostri esperti , i nostri ricercatori , i nostri mediatori tecnologici, i nostri quadri e potevamo , soprattutto, aiutare  le nostre piccole  Industrie a superare le frontiere dell’Innovazione.
Alla nuova squadra  rivolgiamo questo rinnovato e  accorato  invito a riprendere il cammino del 2008 bruscamente interrotto e  ad avere fiducia nelle nuove professioni e in una nuova dottrina manageriale.
Una nuova dottrina che non si immiserisca negli egoismi corporativi  o nel dorato isolamento di sempre,  ma ricostruisca con una fattiva presenza nella società civile un nuovo PATHOS sociale e imprenditoriale, mai preso  in seria considerazione.
Siamo stanchi di rincorrere  PIL drogati e  grande Industria (dal Totem del Petrolio alla FCA) che non ci appartengono perché avulsi dalla nostra realtà imprenditoriale (l’assenza totale  di indotto lucano in FCA  lo sta  terribilmente a dimostrare).
Riprendiamo  una seria politica di investimenti sui nostri meravigliosi prodotti di nicchia.
Prodotti che si sono sfaldati nel mercato globale( con il silenzio assordante della Confindustria lucana ) creando altro sconforto e altro avvilimento.
Alla neo squadra della Confindustria lucana  l’ingrato compito di rifondare l’economia  lucana basata esclusivamente sulla nostra   industria, piccola e bella, alla Giavazzi, a condizione che prevalga competitività, ricerca continua, merito e talento illustri sconosciuti nella Confindustria lucana  e nella Regione Basilicata.

Armando TITA, Sociologo di strada.

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