Burocrazia, Oligarchia e blocchi

Che rapporto ha la Regione Basilicata con la semplificazione e la flessibilità?

Per secoli siamo stati “oppressi” da una burocrazia strana, da un lato solo cavilli, dall’altro Provvedimenti e Bandi congelati da Tribunali amministrativi o Consiglio di Stato che spesso hanno paralizzato pezzi di economia lucana .

Da “Patria del Diritto” come sostiene Sergio Rizzo siamo passati alla “Patria del Formalismo”. Sergio Rizzo, cittadino onorario di Viggianello, autore con Stella dello stupendo Libro sulla “Casta” (1,2 milioni di copie vendute) su Repubblica del 16 maggio scorso ha richiamato la nostra attenzione sulla mancanza di attuazione di centinaia di norme approvate dal Parlamento. Lo stesso dicasi di tanti provvedimenti regionali carenti di regolamenti attuativi (Legge Quadro sull’Artigianato, in primis)che giacciono da anni nei cassetti di qualche armadio di Via Verrastro. Fatta questa debita premessa… ci chiediamo se ci sono le condizioni per affrontare, in modo adeguato , i temi dello sviluppo e aggredire le problematiche sociali, economiche e infrastrutturali attraverso il Recovery fund?

Noi sinceramente crediamo di NO. Attivare un dinamismo progettuale e una seria capacità gestionale, innovativa , di spessore e di impatto con questa burocrazia così formale, così tortuosa, così assente dalla realtà produttiva lucana sarà dura. Si può parlare di Recovery fund, di innovazione, di internazionalizzazione ,di economia digitale con una burocrazia lucana impegnata in piccoli e irrilevanti atti monocratici con funzionari di dubbia professionalità, onestà e deontologia.

Manca da sempre quell’insieme di procedure etico-sociali che disciplinano il comportamento morale di un funzionario pubblico, quel funzionario che non perde occasione per privilegiare la sua “tribù” (vedi gli ultimi casi dei furbetti delle vaccinazioni).

La maggioranza della burocrazia lucana è una vera e propria Oligarchia, è fatta di piccoli gruppi di pressione e di piccole lobby locali che esercitano i loro privilegi sotto forma di “diritti” senza alcun mandato popolare.

Sarà in grado questa burocrazia lucana di progettare la complessità degli interventi del Recovery fund? Ricordiamo all’opinione pubblica lucana che la maggioranza dei Comuni non ha mai attivato reti e progetti comunitari. Troppi gli incarichi esterni e troppe le esternalizzazioni, lo sosteneva nel lontano 2009 “Repubblica” con una bella indagine sul Personale degli Enti Locali della Basilicata.

Tutto ciò produce un vuoto assoluto improduttivo che viene acuito dall’odierno smart working . Uno smart working “insano”(fautore di tanti blocchi ingiustificati)mal sopportato dalla cittadinanza e accettato supinamente dagli amministratori locali.

In questo quadro desolante si nutrono seri dubbi sulla capacità progettuale e di gestione del Recovery fund delle nostre Amministrazioni locali.

Troppe volte è intervenuta la Corte dei Conti … è un incubo che ritorna spesso. Immagino le rovinose cadute della P. A. lucana quando si parlerà di burocrazia, in versione digitale .

Come CIU (Confederazione Italiana Unionquadri) nei decenni scorsi ci siamo battuti per la seria applicazione della direttiva europea n.2005/36/CE del 7 settembre 2005 relativa al nuovo Mercato delle Professioni e al riconoscimento delle nuove Qualifiche professionali , ferme da cinque lustri

( L.R. n.12/96 )nella Regione e nelle Amministrazioni Locali.

Direttiva Europea ridotta sia a Roma che a Potenza a un “simple chiffon de papier, un écrit sans importance” un semplice straccio di carta , uno scritto senza importanza.

Si trattava di passare dalla vecchia concezione del “Certificatore amministrativo” alla nuova figura del “Promoter di sviluppo… socio-economico e territoriale”. Si è preferito solo qualche modifica “ad usum Delphini”. Siamo fermi al “Pippo Chennedy show” di Corrado Guzzanti con la sua stupenda imitazione di Prodi: “Sono come un semaforo, sempre fermo, tranquillo e immobile”.

Pure Noi siamo da quasi trent’anni fermi, tranquilli, immobili …con tante risorse idriche, energetiche e paesaggistiche e… con desuete qualifiche professionali terribilmente fuori “Sistema” e fuori “Recovery fund”.

Armando Tita

Sociologo

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