Vaglio Basilicata (Pz)
Fabio Cocchia e Fotogrando Basilicata
(impaginazione a cura della Pro Loco di Ruvo del Monte)
Vaglio, centro della Basilicata che sorge a 954 metri sul livello del mare, è situato sulle pendici sud-orientali di Serra S. Bernardo, su un rilievo che prende il nome di monte Cenapora
(una delle tante vette della dorsale appenninica del Potentino, da cui si domina l’alta valle del Basento e l’ampio paesaggio costituito dai rilievi circostanti, caratterizzati dalla presenza di suggestivi agglomerati insediativi), a pochi km da PZ, è raggiungibile agevolmente lungo la SS 407 “Basentana” (arteria che segue il percorso del Basento, ripercorrendo in tal modo l’antico itinerario che metteva in comunicazione la colonia greca di Metaponto con la Basilicata interna e la costa tirrenica – Paestum).
L’ antico abitato è di origine alto-medioevale ed è sorto verso l’anno mille intorno ad una fortezza normanna, esso presenta forma ellittica di chiara origine alto-medievale.
![]() Di derivazione greca è lo stemma comunale; nel quale è raffigurato Ercole o Eracle per i greci, nell’atto di cavalcare un leone per potergli assestare una randellata. Lo stemma rappresenta la prima delle dodici fatiche di Ercole: l’uccisione del leone della selva Nemea e potrebbe essere derivato da iconografie greche diffuse nella zona |
La struttura urbanistica, il cui stile architettonico risponde ad esigenze di difesa, è di particolare interesse, con le tre strade principali via Roma, via Buonarroti e via Vergara che sono collegate tra di loro da stretti vicoli caratterizzati da costruzioni poggiate su archi dovuti a esigenze di difesa; per tale motivo non esistevano ulteriori mura difensive (esistevano però delle torri di avvistamento incorporate alle abitazioni più esterne), infatti la loro stretta dimensione consentiva l’accesso di una sola persona per volta rendendo più agevole la difesa.
Vedute di Vaglio Basilicata | |
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Nel periodo compreso tra l’VIII ed il VII secolo a.C., come accade sulla maggior parte delle colline dominanti i grandi fiumi lucani, in località Serra San Bernardo, gruppi di pastori, che praticano un’agricoltura di sussistenza, costituiscono un vero abitato di capanne in argilla pressata.
![]() Fontana ottocentesca detta “Fontana Grande” |
Le relazioni culturali determinate dalla fondazione delle colonie greche sulla costa ionica, spiegano la presenza di manufatti bronzei etrusco-campani, di vasi ceramici e di oggetti in avorio e in ambra nei corredi funerari contemporanei rinvenuti a Vaglio.
Nel 1268 Vaglio, avendo stretto alleanza con gli Svevi, fu distrutto dagli Angioini.
Nel 1582 divenne feudo degli Spinelli ed in seguito passò ad Alfonso Salazar, poi al figlio Andrea e quindi al nipote Francisco.
Nel 1632 il paese fu comprato da Gian Battista Massa, conte di Ventimiglia, che lo diede in dote alla figlia Gabriella sposatasi con Francesco IV, conte di Laurenzana.
La porta fortificata incorporata al palazzo Baronale, detta “U’ Spurt” | |
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La Chiesa di San Pietro Apostolo sorse tra il XV e XVI secolo, probabilmente al posto di una presistente fortezza normanna, di cui vennero sfruttate anche le fondamenta.
L’edificio, afiancato da un campanile, si presenta solenne e maestoso, grazie anche alla pietra utilizzata nel parato murario, che ne esalta l’austerità.
Il portale principale della chiesa, orientato verso occidente, secondo l’antica tradizione cristiana, è contraddistinto da un’iscrizione in cui si legge la data del 1659, anno a cui risale uno degli interventi di restauro sull’edificio.
In corrispondenza dell’ingresso minore c’è invece una scritta in latino, ascrivibile al XVIII secolo, che ricorda la chiesa come il luogo in cui si svolgevano i comizi durante il regno di Carlo di Borbone.
La Chiesa di San Pietro Apostolo | |
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Di pregio architettonico sono le due porte di ingresso al vecchio centro urbano: la “porta vecchia” è quella più antica ed esposta ad Oriente; secondo lo schema normanno è costruita nel punto più inaccessibile all’antico borgo, e la “porta fortificata” incorporata al palazzo baronale (costruita successivamente alla prima ed è posta sul versante opposto, l’arco a sesto acuto ci rimanda allo schema angioino.
La porta vecchia | |
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La Chiesa di San Donato (o di S.Maria di Nazareth) si riferisce agli arcivescovi di Nazareth scappati dalla Galilea e rifugiatisi a Barletta, dove il loro principale punto di ritrovo fu la chiesa di S. Maria di Nazareth nel borgo di S. Antonio, da cui dipendeva anche l’omonima chiesa di Vaglio.
Vari rettori si alternarono nel corso del tempo nella gestione della chiesa pugliese e dei beni tra cui c’era anche la chiesa lucana.
L’edificio, risalente al XIV secolo, è caratterizzato da forme semplici ed essenziali, a cui una certa suggestione è conferita dalle cortine murarie in pietra.
La Chiesa di San Donato (o di S. Maria di Nazareth) | |
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La Chiesa di S. Antonio Abate si trova nel complesso dell’ex convento francescano dei frati minori conventuali, presenti a Vaglio fino al 1800, cioè fino alla soppressione e all’incameramento dei beni da parte dello Stato Napoleonico.
Le fonti attestano che alla fine del XVI secolo il complesso conventuale intitolato a Sant’Antonio Abate era già stato edificato e che lo stesso era di pertinenza dei frati Conventuali di San Francesco di Assisi.
Alla semplicità della Chiesa, impostata su una pianta a navata unica, fa da contraltare il notevole patrimonio artistico che ne arricchisce l’interno.
Va infatti ricordato il settecentesco altare maggiore in legno scolpito, intagliato, dipinto e dorato, e il soprastante polittico raffigurante l’Annunciazione con i santi Michele e Vito, opera seicentesca di Francesco Paterno da Buccino. Al centro del medesimo polittico campeggia la statua di Sant’Antonio Abate, ascrivibile al XVII secolo.
Il settecentesco altare maggiore in legno scolpito, intagliato, dipinto e dorato, e il soprastante polittico raffigurante l’Annunciazione con i santi Michele e Vito, opera seicentesca di Francesco Paterno da Buccino.
Al centro del medesimo polittico campeggia la statua di Sant’Antonio Abate, ascrivibile al XVII secolo, mentre ai lati si possono ammirare le due statue lignee dei santi Leonardo (XVII secolo) e San Francesco da Paola (XVIII secolo).
Questo complesso decorativo è a sua volta contenuto entro una splendida nicchia barocca in legno dorato, finemente scolpito e intagliato, la cui peculiarità è rappresentata dai dipinti settecenteschi ad olio che ne ornano il soffitto, raffiguranti la Madonna con i santi Francesco e Chiara entro una fitta trama di decorazioni floreali.
La Chiesa dei S. Antonio Abate | |
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Agli interventi settecenteschi sono riconducibili anche i sei altari lignei posti a scandire la navata: quello collocato alla destra dell’altare maggiore vede la statua seicentesca, in legno scolpito e dipinto, di Sant’Antonio da Padova.
Il secondo altare della parete di destra è contraddistinto invece dalla tela raffigurante la Sacra Famiglia e Sant’Anna, realizzata nel 1663 da Francesco Paterno da Buccino.
Il primo altare alla destra dell’ingresso è ornato da un affresco del XVII secolo di Girolamo Todisco, raffigurante la Madonna con il Bambino e Sant’Anna.
L’altare prospiciente presenta tre statue settecentesche raffiguranti i santi Francesco d’Assisi, Apollonia e Lucia; su quello a seguire campeggia la coeva statua dell’Immacolata.
Il terzo altare presenta una tela seicentesca, anch’essa di Francesco Paterno da Buccino, raffigurante la Madonna delle Grazie con i santi Domenico e Carlo. Le pareti laterali sono arricchite da diverse tele settecentesche raffiguranti dei santi francescani e la Madonna, e una Resurrezione di Attilio De Laurentis, datata al 1626.
Pregevoli sono, inoltre, le acquasantiere in pietra marrone (XVIII sec.), il confessionale barocco e i due busti settecenteschi dei santi Antonio da Padova e Antonio Abate. Degno di nota è infine il portale in pietra locale, recante la data del 1656.
Atre notizie utili su Vaglio Basilicata
WIKIPEDIA
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Galleria fotografica di Vaglio Basilicata