Il “pianto” liberatorio della Bellanova che pone fine allo schiavismo degli invisibili stride con gli arresti dei giorni scorsi di ventitre spacciatori, in maggioranza nigeriani , tutti richiedenti asilo.
Eppure il blitz delle forze dell’ordine dello scorso anno con le stesse modalità e gli stessi protagonisti, ( colti in flagranza di reato mentre spacciavano droga tra Villa Santa Maria, Scuole e perfino nelle vicinanze della Chiesa di San Rocco) ci aveva “attenzionato” e fatto riflettere oltremodo.
Questi brutti episodi continuano ad impressionare un’opinione pubblica potentina allarmata e attonita sia per la sconcertare reiterazione dei gravi reati, sia per l’indifferenza delle istituzioni e degli “addetti ai lavori”.
Non un commento, non una riflessione , non un serio antidoto, non un mea culpa da parte di Regione, Prefettura, Comune di Potenza e associazionismo dedito all’accoglienza dei migranti.

Un oblio stucchevole . Un semplice passaggio mediatico vissuto come mera cronaca quotidiana di micro criminalità. Stiamo assistendo a questi fenomeni degenerativi terrificanti con una stucchevole indifferenza.
Non abbiamo mai amato il finto buonismo camuffato da affari e da soggiorni secolari che hanno prodotto uno spaventoso apartheid caratterizzato da degrado assoluto e ghettizzazione disumana.
Da una parte questi ragazzi richiedenti asilo che “ciondolano” da secoli sulle panchine potentine e dall’altro prostituzione e spaccio.
L’importante è tenere alto il budget delle prestazioni e delle indennità.
Da decenni mi occupo di una seria politica dell’accoglienza.
Un vero mondo a colori che auspica integrazione e legalità.
Ho partecipato da funzionario regionale a seri Progetti regionali sull’immigrazione voluti a suo tempo da Nino Calice.
Un “Progetto Immigrati” che ha vinto , fra l’altro, negli anni novanta, il Premio Basilicata (ex aequo con il prof. Antonio Lerra) per la saggistica.
Ho partecipato a tutte le Conferenze regionali sull’Immigrazione che riproponevano il tema degli stagionali, in quel di Palazzo.
Ho fatto seri reportage sulla morte di un ragazzo gambiano morto nei nostri campi di Palazzo stremato dalle fatiche.
Tutto ciò, per ribadire la mia assoluta volontà finalizzata alla vera integrazione e non all’affarismo alla Maleventum o alla Capo Rizzuto.
Le vicende amare sui richiedenti asilo di questi giorni e del recente passato vissute tra omicidi, spaccio e prostituzione, mai seriamente denunciate e tutte terribilmente ignorate dalla stampa e tv nazionali ci devono far riflettere.
E’ arrivato il momento di creare un vero percorso formativo con un serio coinvolgimento dei migranti.
Un percorso che abbia a cuore il recupero dei Centri Storici (terribilmente abbandonati ) dei nostri piccoli Comuni con progetti finalizzati e finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
Progetti finalizzati e finanziati dal Fondo Sociale Europeo tesi a creare il vero approccio sistemico e la vera integrazione dei migranti.
Se i nostri amministratori comunali avessero creato le basi per un vero progetto pilota a copertura europea coinvolgendo i veri attori protagonisti del terzo settore uscendo dall’improvvisazione , dal velleitarismo , dall’illegalità ci sarebbe stato meno pressapochismo , meno protagonismo mediatico e più comunione.
Progetti europei che possono creare la vera rivitalizzazione dei nostri Comuni con lo strumento del Bilancio Sociale di Area, caduto in disuso da tempo immemore e “propedeutico” per serie politiche “mediterranee”.
Solo così , con un processo lungo di progettazione calibrata sulla contrattazione legale (come spero avvenga con l’ultimo decreto di RILANCIO) si esce dall’approssimazione e dall’assistenzialismo che sfocia il più delle volte in illegalità e abusi.
Solo, in questo modo si potranno garantire aggregazioni ed unitarietà, nemiche assolute dei pregiudizi e delle esclusioni sociali.
Solo in questo modo potremo verificare, grazie allo strumento di controllo ,posto in essere dal Fondo Sociale Europeo la natura di certi provvedimenti, tesi alla vera inclusione sociale e non al solito e fragoroso contrasto, migranti si , migranti no.
Siamo coscienti e consapevoli che il trend demografico negativo della Basilicata potrà produrre solo amara senilità, senza prospettive e senza alcun dinamismo giovanile.
Uno sconforto che ci assale quotidianamente tra i terrificanti blitz di oggi e i lunghi e noiosi soggiorni alberghieri dei richiedenti asilo, annoiati, ignorati dalla società potentina e scarsamente integrati alla nostra comunità.
Mauro Armando Tita