Dopo un frenetico attivismo mediatico è calato il sipario sul Bullismo in Basilicata.
Purtroppo i drammatici casi si ripetono quotidianamente tra tanta ignavia e tanti silenzi.
Il caso di qualche giorno fa che ha avuto la mia testimonianza diretta è emblematico.
Userò un nome inventato, Maria, per preservare privacy e onorabilità della vittima “bullizzata”.
In una mattinata scorsa su un’auto piena di polvere campeggiava la scritta: “Maria puzza”.
Credo che sia stato un atto vile e ignobile.
La viltà perpetuata nei confronti di una ragazza, di una adolescente ripropone il tema del bullismo in Basilicata.
Non è un bullismo “metropolitano” né tanto meno quello violento dei social, è un bullismo ancora più brutale, vigliacco e pavido.
Forse non ci siamo resi conto delle tragiche esperienze pregresse di ragazze e ragazzi “ bullizzati” per anni, culminate in suicidi.
A tutto ciò ha fatto da contraltare una bella iniziativa di “didattica cooperativa” nei confronti di allievi autistici e down voluta dai ragazzi e dalle ragazze dell’Istituto Alberghiero di Potenza e di Melfi.
Il Garante dell’Infanzia ha ringraziato Dirigente scolastico , Insegnanti e allievi per la lezione di inclusione sociale vera esperita con grande efficacia e grande “affetto”.
Mi sembra giusto esprimere gratitudine ai ragazzi dell’Alberghiero per aver prodotto risultati educativi positivi sia per i ragazzi pienamente integrati nelle attività didattiche che per l’intera comunità scolastica.
E’ un piccolo esempio di progettualità costruita e verificata sul campo.
Abbiamo bisogno di questi concreti esempi per uscire definitivamente dal pianeta dell’indifferenza e dell’indistinto.
Non è pensabile che a distanza di dieci anni dall’istituzione del Garante Regionale dell’Infanzia (l. r. n. 18/2009) non si sia proceduto a realizzare una concreta struttura operativa.
L’assoluta mancanza di dialogo con tutti i soggetti istituzionali preposti la dice lunga sul pressappochismo e la sciatteria consumata nei confronti del Pianeta “dell’Infanzia e dell’Adolescenza” lucano.
Abbiamo già dedicato negli anni scorsi tanti reportage sul “guscio vuoto” e sulle dilatate e insignificanti strutture distrettuali dei cosiddetti servizi socio-sanitari lucani.
Non è mia intenzione polemizzare ulteriormente.
La progettualità voluta e creata dal Garante, in collaborazione con i Ser.D e le varie agenzie educative e formative presenti in regione risentono, per certi versi, di una formula cosiddetta “elitaria”, poco verificata sul campo.( …della serie io me la canto e io me la suono)
Non me ne vogliano i colleghi e gli operatori brillanti ricercatori, fermi ,pure, loro, al palo, soprattutto, per la totale assenza di finanziamenti ad hoc.
La “domanda assente” frutto delle nostre ricerche condotte negli anni ottanta si nutriva di presenze fattive non di itinerari metodologici, poco credibili .
Si lavorava, si operava, si progettava, si realizzava tutto sul campo, prevalentemente, in periferia, sia negli Istituti scolastici, sia nelle sedi sociali dell’associazionismo di quartiere e del Volontariato,
in perfetta comunione sistemica, senza interventi calati e imposti “dall’alto” .
Il nostro “Bilancio Sociale di Area” aveva per protagonisti attivi i giovani, i ragazzi e gli adulti fuori dalle “Tribù” mediatiche .
Avevamo inventato, inconsapevolmente, la “ricerca-azione”.
Per queste ragioni la Giunta Regionale non può esimersi dall’investimento serio e credibile sulle nuove generazioni.
Investimento per il futuro che deve partire necessariamente dall’infanzia e dall’adolescenza per uscire definitivamente da questo lungo e interminabile deserto. Un deserto intorno alle nuove generazioni che si protrae da troppo tempo.
E’ necessario che la funzione di programmazione e di progettazione venga esperita dalle Aziende sanitarie e dal Garante attraverso una struttura che abbia a cuore:
-una unità operativa complessa;
-una sede idonea;
-un sistema istituzionale da completare e integrare;
-un sistema di ascolto e di comunicazione;
-una vera autonomia funzionale .
Su queste basi virtuose si possono creare le condizioni di un vero investimento sociale nei confronti dell’ infanzia e dell’adolescenza lucane.
Su queste basi la Regione Basilicata potrà orgogliosamente parlare di protezione e tutela dei minori.
Non si chiede la Luna solo buon senso e serietà verso il settore dell’Infanzia e dell’Adolescenza per troppo tempo “desertificato” dalle Istituzioni pubbliche regionali e comunali, dalle Aziende Sanitarie e dalle Agenzie educative e formative.
In questo modo non ci potranno più essere gli incresciosi episodi di bullismo (vigliacco e pavido) in premessa richiamati, perché la presenza “ingombrante” degli operatori e del Garante sarà suffragata da progetti finalizzati all’ASCOLTO vero delle tragiche denunce e dei tragici appelli dei minori , mai presi, seriamente in considerazione negli ultimi vent’anni.
Mauro Armando Tita