“Quando l’Artigianato Lucano garantiva PIL e Occupazione”. Il Caso del Progetto Artigianato della Regione Basilicata.

In questi giorni è stata pubblicata sotto l’autorevole Patrocinio della Presidenza della Provincia di Potenza la seconda edizione del volume: “ Quando l’artigianato lucano garantiva PIL e Occupazione”, il caso del Progetto Artigianato della Regione Basilicata ( già esaurito dal gennaio 2017).

Questa seconda edizione è stata arricchita di nuovi report dell’Unioncamere, di nuove rassegne stampa (Ed. Tagliacarne), di nuovi interessanti Indirizzi Didattici , di prestigiose recensioni e di una precisa e puntuale Verifica Ministeriale, ed è dedicata al caro, generoso , umile e sfortunato amico fraterno Antonio Nicastro (morto di Covid 19) e al padre Alfonso, geniale artista maestro artigiano del ferro, protagonista di tante Mostre Nazionali e Regionali di successo .

Tale “ristampa” si avvale della presentazione del Prof. Roberto Linzalone, researcher dell’Università della Calabria, già ricercatore del DIMIE /UNIBAS e della prefazione/riflessione del giornalista/ blogger Antonio Nicastro(già pubblicata sul Blog “Astronik” il 27 dicembre 2016).

Questo volume che ha riscosso un indubbio successo nel mondo lucano dell’imprenditoria artigiana e nella formazione professionale regionale e nazionale aveva “goduto” di grande attenzione da parte degli amministratori regionali dell’epoca (1989/91) .

Riconfermando la mia gratitudine ai coautori esperti dr. Michele Claps e Prof. Luigi Magno e alla struttura operativa del Progetto, nonché ai dirigenti confederali (CNA e Confartigianato) e agli amministratori regionali dell’epoca, sono onorato e orgoglioso di essere ancora oggi annoverato come unico autore di un libro sull’artigianato lucano (ed. IL SEGNO 2016) e di essere stato il solo responsabile di un mega intervento formativo, meglio conosciuto come “Progetto Artigianato della Regione Basilicata ”.

Un Progetto  inserito  tra le “buone pratiche” delle Banche dati professionali  della Camera dei deputati (Id. 7462) e  riconosciuto come “patrimonio librario” dalla Biblioteca di Montecitorio (id.18905070).

Un Progetto che ha sfornato oltre duemila assunti con contratti di formazione e lavoro(L. 863/84), con 50 addetti alla formazione teorica di base (consulenti di Confartigianato e CNA), e con oltre 900 formatori tecnico-pratici (maestri artigiani lucani) .

Lo ribadisco agli addetti ai lavori…nonostante le difficoltà iniziali tipiche di un mega intervento formativo “complesso e articolato” su tutto il territorio regionale, il Progetto Artigianato  ha avuto una eccellente  accoglienza nel pianeta confederale lucano e presso i Centri Nazionali di Formazione professionale delle Associazioni di Categoria coinvolte.

Le due pubblicazioni : “ Progetto Artigianato ‘89” e “ F.I.ART ‘91” sulla prestigiosa rivista “Osservatorio ISFOL” (n. 1/89 – n.5/91), la conseguente pubblicazione sulla  Rassegna dell’economia lucana (n.5/92), nonché le coperture finanziarie (DD.II. n.ri 1 e 7/BA/26/845/1989/91) pressoché totali (97% a carico del Ministero del Lavoro e del FSE e 3% a carico della Regione Basilicata, per solo mero rispetto del “principio di sussidiarietà”) ne sono la dimostrazione e la conferma più tangibili .

Tale modello organizzativo si è avvalso nella prima fase dell’assistenza tecnica dell’ARSA (Azienda Regionale Sviluppo Artigianato) puntando sulla crescita imprenditoriale e manageriale degli artigiani e sull’autonomia gestionale delle Associazioni di Categoria.

Associazioni di categoria  che si sono  caratterizzate con brillanti risultati conseguiti sul campo nella seconda fase del Progetto, il cosiddetto F.I.ART (Formazione e Innovazione in Artigianato) con punte di eccellenza sia in termini occupazionali (oltre 1200 assunti per 670 aziende artigiane coinvolte) che formativi, per la presenza dell’ISVOA /Confartigianato di Padova e di  Treviso e dell’ECIPA/CNA di Bologna.

La predisposizione /promozione di opportunità non assistenziali  e l’attivazione di una concertazione di funzioni e di ruoli (non vanno  sottaciuti i ruoli espletati sia dai formatori delle Associazioni di Categoria (FTB-Formatori teorici di Base) sia  dai maestri artigiani, FTP (Formatori Tecnico-Pratici)in seno alle loro aziende, esercitati dalla Regione e dalle Confederazioni artigiane, non è stato un generico orientamento all’occupazione, ma una vera organizzazione programmata con una moderna e innovativa sperimentazione didattica. (siamo alla fine degli anni ottanta e agli inizi degli anni novanta)

Applicando criteri operativi e metodologici di grande innovazione questa nuova programmazione formativa e aziendale  ha assicurato non solo risultati positivi e lusinghieri, ma, soprattutto, piena efficienza ed  efficacia all’intero sistema di intervento delle politiche attive del lavoro della Basilicata.

Vanno altresì menzionate  le azioni seminariali, formative e di stage per formatori teorici di base e tecnico-pratici  organizzate  dalla Confartigianato di Treviso e il progetto dell’ECIPA di Bologna denominato Obiettivo RADAR (riqualificazione a distanza artigianato) rivolto ad un campione rappresentativo di aziende artigiane operanti nel settore del tessile-abbigliamento.

Consentitemi, infine, una “digressione” sul tema.

Perché, me lo chiedo, ancora oggi, a distanza di oltre trent’anni, questo stupendo intervento formativo e questo meraviglioso approccio sistemico che aveva dato positivi risultati in termini di crescita occupazionale, imprenditoriale e formativa è stato così bruscamente interrotto?

Se lo chiede pure Antonio Nicastro nella prefazione/recension, al di là della crisi del settore?

Sarà stata sciatteria, vacuità o semplicemente una gran voglia di abortire sul nascere un consenso che si ingigantiva sempre più “cibandosi” di trasparenza, di pianificazione e di gestione dei progetti formativi ad aziendam, di provvedimenti erga omnes e di scarsa “discrezionalità” clientelare.

Come sostenuto dal Prof Linzalone : “…costituire il giusto riconoscimento al valore di un mega intervento di formazione professionale e al valore di chi oggi restituisce alle attuali classi dirigenti, in modo integro e autentico, le chiavi di un successo di un Progetto di riferimento…” forse, non era tanto gradito alla “classe politica e dirigenziale regionale, post 1992”.

Mauro Armando dr. TITA
(Già Direttore del Progetto Artigianato della Regione Basilicata 89/91)

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