LO STRESS PANDEMICO COVIDIALE INFLUENZA IL BEHAVIOUR, SLATENTIZZANDO I PEGGIORI ISTINTI DELL’UOMO.

Che dall’avvento del misterioso Covid-19, di eziologia incerta, non saremmo più stati come prima, e che il behaviour individuale e collettivo sarebbe cambiato, c’era da aspettarselo, anche se, nella prima ondata, tutti eravamo diventati, improvvisamente, cantanti da balcone, poeti da salotto e benefattori. Ma che il tessuto sociale potesse deteriorarsi fino a questo punto, nessuno poteva immaginarlo. Infatti, dopo la prima fase di buonismo, di rispetto delle leggi, della sacralità della vita, del prossimo e di se stessi, dall’estate in poi, illusi di aver superato il momento più critico, abbiamo assistito ad un subitaneo ritorno al passato, costellato di nuovi fenomeni sociali, tutti riconducibili ad un egoismo, egotismo ed edonismo esasperati, esacerbati e moltiplicati, in primis, dai social media, con la compartecipazione colpevole della televisione sia pubblica che privata, in una corsa sfrenata verso l’infodemia ansiogena. Ciò che ha dato la stura ai peggiori istinti umani, fino all’esecrabile incremento dei maltrattamenti in famiglia, culminanti spesso in femminicidi e infanticidi: una mattanza senza precedenti. Un fenomeno passato sottotraccia, quasi in silenzio, obnubilato da un modello informativo sado-masochistico del tipo “Tutto il Covid minuto per minuto”: una sorta di “brain washing” che ha pervaso i palinsesti di tutte le agenzie comunicative, senza distinzione, con il vilipendio degli “obbedienti” e delle istituzioni democratiche come Leit-motiv.

Boris Johnson

Cosicché, il sospetto reciproco di “positività” è diventato terreno di coltura per alimentare un frasario e comportamenti indegni di una società che si reputa civile, evoluta, umana. “Mala tempora currunt”, avrebbero detto i latini. Per converso, ciò ha dato origine ad un rinnovamento linguistico, all’estensione dei significati intrinseci delle parole, portando ad una riscoperta del linguaggio scientifico, facendoci così riassaporare il gusto per il latino (pauci-sintomatici, virus etc.) senza, tuttavia, rinunciare alla lingua inglese come strumento comunicativo ufficiale e preminente della Scienza e dell’Economia contemporanee: lockdown, stress test, proteina spike, spill over, recovery funds, recovery plan ecc. Inoltre, la pandemia, tra gli effetti collaterali “positivi”, ha quello di aver arricchito il lessico quotidiano, costringendo anche i più riottosi a consultare almeno un vocabolario o un’enciclopedia, per decifrare termini tecnici non sempre comprensibili e alla portata del popolo profano. In questo modo: coronavirus, terapia intensiva, vaccino, immunità di gregge, sono diventati sintagmi ad alta frequenza d’uso intergenerazionale, utili a contrastare la “virulenza” linguistica dei cosiddetti negazionisti, molto attivi nel mondo occidentale nel confezionamento di ballons d’essai. Sic et simpliciter, la “cattività” ha rafforzato la cattiveria umana: casi di sadismo come quello perpetrato a Fardella su un povero cane, attaccato per una zampa ad un furgone e trascinato per chilometri fino alla morte; e le sevizie mortali ( immortalate sul WEB in funzione di memi) a danno di poveri clochards che vivono sotto i portici delle nostre città, sono indicatori inequivocabili del grado di ferocia raggiunto dal genere umano, e forse non siamo ancora all’apice del fenomeno. Infatti, secondo il sociologo D. Kesselgross, per la serie “non c’è limite al peggio”, il “climax” verrà quando l’inevitabile crisi economica post-covid ridurrà drasticamente i sussidi elargiti dallo Stato, che, pur con tutti i limiti dovuti alle casse vuote, hanno aiutato a mantenere una discreta pace sociale.

Jair Bolsonaro

Ma il nichilismo manifestato negli ultimi giorni attraverso maxirisse e relativi assembramenti, pone pesanti interrogativi sul futuro non solo nostrano. Ciò in quanto, come mai prima d’ora, il microcosmo rispecchia il macrocosmo: basta una sbirciata sull’estero, attraverso una parabola satellitare, per rendersene conto. Ad es. si può notare come ai 100000 dollari ciascuno, costati per guarire tre “sovrani” sintomatici negazionisti della prima ora come Trump, Johnson e Bolsonaro, fanno da contraltare le decine di migliaia di poveri, morti anche per strada, quindi gettati e seppelliti nelle fosse comuni, specie nel continente americano. Tutto ciò,ovviamente, è accaduto nei Paesi dove la Sanità, purtroppo, non è pubblica e garantita dallo Stato, come invece avviene in Italia, pur tra mille difficoltà dovute ai tagli al Servizio Sanitario Nazionale degli ultimi lustri. Il “distanziamento sociale”, purtroppo, in certi Paesi esiste da tempo immemore e non è di 1m, ma di chilometri!
E’ quindi l’ora di dire basta alle “mosche cocchiere” e ai “parvenus” della politica, ricordando loro che: chi ricopre un ruolo istituzionale, ha degli obblighi deontologici, etici e morali maggiori, nei confronti di chi rappresenta.

Donald Trump


In questa fase storica è essenziale ritrovare i motivi di un nuovo ecumenismo sociale, senza costringere sempre il legislatore a trasformare gli inviti in editti. La logorrea, ancorché contraddittoria, della pletora di esperti del CTS, non deve autorizzare nessuno all’incitamento palese o “mascherato” alla violazione dei protocolli anti-Covid. E’ lapalissiano che gli assembramenti (meglio chiamarli “ammucchiate”), specie senza indossare l’odiata mascherina, si traducono in micidiali moltiplicatori della terribile infezione (ne sanno qualcosa gli americani che hanno festeggiato il “Thanksgiving”); ciò nonostante, c’è ancora troppa gente, riottosa non solo alle regole ma anche al buonsenso.

Un “piccolo” assembramento

Ora che si avvicina la festa religiosa più importante dell’anno, ai politici e ai loro followers che irridono ai consigli degli scienziati, fingendosi scandalizzati per le restrizioni numeriche alla celebrazione del Natale in famiglia, giovi ricordare un vecchio, saggio motto latino che recita: “Ne sutor supra crepidam iudicaret”. E infine, in attesa dell’ambito vaccino salvifico, faccio mie le parole dell’accorato appello della tanto odiata Angela Merkel, che insieme all’Ausgangssperre, o clausura sanitaria, ha proclamato alla sua nazione: “ Se li amate veramente, non andate a trovare i nonni, a Natale, se non volete che per loro sia l’ultimo!” Crudele paradosso teutonico? No: pragmatismo germanico per evitare le classiche “fatiche di Sisifo” al SSN, in uno scenario da “Settimo sigillo”!

Prof. Domenico Calderone

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