Le icone socialiste di DIO

In questo “confusionario” politico, poco affidabile e poco credibile, proviamo a riprendere una seria “Questione Socialista”, lucana, in particolare, mai sopita, mai rimossa e mai archiviata partendo da Sergio Zavoli e dal “suo” Socialista di Dio.
Il Socialista di animo laico e di fede cattolica che ha segnato la Storia della RAI con lo stesso Zavoli, con Enzo Biagi, con Ruggero Orlando, con Piero Angela, con Andrea Barbato, con Gianni Bisiach, con Arrigo Petacco, con Antonio Ghirelli, con Alberto La Volpe, con Joe Marrazzo, con Ugo Zatterin , fino al nostro amato e mai dimenticato Rocco Brancati, ViceCapo Redattore Vicario della Rai Basilicata.
E’ nostra intenzione istituire un autorevole e riflessivo Centro Studi e Documentazione… laico, liberale e “socialista” con Nicola Savino, Gerardo Lisco, Gino Magno, Mariano Paturzo, Donato Mazzeo e tanti, tanti altri.
Un Centro Studi, fuori dai canoni, (con il piacere del dubbio) costruito sulla base di una documentazione storica inedita e sul “carteggio” di politici e intellettuali socialisti lucani, da Rocco Scotellaro a Rocco Brancati, da Tommaso Pedio a Leonardo Sacco, quasi a voler ripercorrere con leggerezza le belle stagioni politiche del Socialismo lucano condite dalle belle interviste di Rocco Brancati nel suo straordinario libro : “Visti da Vicino” e dalla “riesumazione/risurrezione” di tanti libri ingialliti in soffitta come lo stupendo volume di Giuseppe Masella: ”Un impegno rispettato: ricordi di un riformista (T. Pedio) a Potenza” con la prefazione di Leonardo Sacco.
Un Centro Studi per far conoscere i fatti sociali, politici, economici e culturali, in primis, in grado di risvegliare le coscienze lucane, come lo ha fatto esemplarmente in questi ultimi mesi la Gazzetta con la sua “Paturziana” Rubrica: “Riprendiamoci la Speranza”. La sola narrazione mi commuove e mi emoziona.
Quanta affinità, quanta analogia riscontriamo in questi mostri sacri del socialismo intellettuale italiano e lucano, in particolare.
Quanta levità, quanta immaginazione, quanta ironia , quanto talento in questi giornalisti di spessore dal cuore d’oro, da Sergio Zavoli al nostro Rocco Brancati.
Li univa senso di responsabilità ,spirito di servizio, etica giornalistica (…da cui non si doveva mai prescindere, Rocco Brancati docet) che nulla hanno a che fare con il degrado del servizio pubblico di questo ultimo ventennio e con il panorama sguaiato di questo nuovo millennio fatto di “social” e di insulti, caratterizzati da tanti “Io” e da poca “Comunità”.
Vorrei concludere questa breve riflessione con una dedica particolare a Rocco Brancati della collega/opinionista Anna Giammetta (con la quale abbiamo condiviso anni di collaborazione e seri reportage nella stessa “Comunità intellettuale giornalistica”) sua allieva al corso di “Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo” presso l’UNIBAS:
Ci sono persone che per la loro capacità di stare al mondo, di essere educate , cordiali, disponibili, professionali, per il loro immenso bagaglio culturale, tanto immenso da convincerti che tanta cultura, tante curiosità, tanto sapere, non possono essere patrimonio accumulato in una sola vita”.
Per queste ragioni un patrimonio immenso accumulato da tante icone socialiste lucane non può e non deve disperdersi(Ecco… il vero obiettivo del Centro studi).
Non può e non deve essere rimosso o dimenticato , deve restare patrimonio per le nuove generazioni lucane che hanno a cuore il futuro di una Basilicata, libera, laica, socialista , senza timori referenziali e/o reverenziali verso i “Capi Bastone” di ieri e di oggi…nella speranza di intravedere concreti segnali di rinnovamento nella prassi civica e di coltivare il sogno della “Riorganizzazione” democratica e socialista della società lucana.
Una Società affamata di “Comunità” che superi “ l’Io“ dominante di oggi.

Mauro Armando Tita

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