Aria di festa. E di contentezza. E’ quella che si respirava ieri, sabato 20 luglio, al Museo Parrocchiale di Ruvo del Monte, all’inaugurazione della mostra dedicata al pittore ruvese Piero Tozzi, con un pubblico numeroso – giunto anche dai vicini Comuni di Rapone, Rionero e San Fele – e vivamente interessato ad approfondire le vicende umane e professionali di un artista famoso e apprezzato nel mondo ma poco conosciuto in patria.
I quadri di Piero Tozzi esposti al Museo Contadino, Arte Sacra e della Memoria Storica di Ruvo del Monte
Ha aperto gli interventi il Sindaco di Ruvo, Michele Metallo, che ha espresso soddisfazione per il ritorno a Ruvo di Piero Tozzi, ritorno che segue quello del romanziere Evan Hunter, un altro grande che ha dato lustro nel mondo alla piccola comunità. Il Comune di Ruvo ha sostenuto con il patrocinio l’iniziativa dell’esposizione dei dipinti di Piero Tozzi, in un clima di ritrovato fermento culturale del borgo, che trova eco anche sulla stampa, non solo locale, e sui siti web di importanti istituzioni, come il Museo Archeologico di Potenza, che pubblicizzano gli eventi culturali ruvesi. Il Sindaco ha auspicato, fra l’altro, la formazione di un gruppo di lavoro, che coinvolga i giovani del paese, e che possa portare alla realizzazione di uno studio monografico, e di un catalogo, a tutt’oggi non ancora esistenti, sulla pittura e sulle opere di Piero Tozzi.
Pasquale Dicillo, condirettore di “MAM – Musei Aiello Moliterno”, che hanno gentilmente concesso il prestito delle opere, ha illustrato la storia e le caratteristiche dei sei insediamenti culturali che formano il sistema museale di Moliterno, fondato dal Prof. Gianfranco Aiello: ospitano, rispettivamente, l’Ottocento lucano (da cui proviene il capolavoro “Dolore e dignità” di Tozzi, ora a Ruvo), con dipinti di celebri pittori lucani, fra cui Michele Tedesco, nato proprio a Moliterno nel 1834; il Novecento lucano (dove sono abitualmente custoditi gli altri quattro dipinti di Tozzi, prestati a Ruvo); il Museo del Paesaggio, unico in Italia; la Biblioteca Lucana; il Museo della Ceramica del ‘900; il Museo di Arte Moderna e Contemporanea.
Piero Mira ha espresso la soddisfazione della Pro Loco di Ruvo del Monte per la mostra dedicata a Piero Tozzi, e ha ricordato la costante presenza della Pro Loco nel sostenere, e nel contribuire a realizzare, le varie iniziative volte a promuovere la cultura, in tutte le sue forme.
La sottoscritta ha ripercorso le vicende umane di Piero Tozzi e della sua famiglia, partendo dalle ricerche effettuate presso gli archivi comunali e parrocchiali, ed estese poi all’Archivio Storico di Firenze, città nella quale il Tozzi soggiornò lungamente. Alcuni aspetti controversi della sua vita sono stati chiariti, altri misteri restano ancora da svelare; le ricerche sono state estese anche negli Stati Uniti, dove Piero Tozzi emigrò nel 1928, coinvolgendo noti musei, che potrebbero custodire sue opere e, soprattutto, “Il Mietitore di Basilicata”, dipinto nel 1906, suo indiscusso capolavoro.
I dipinti di Tozzi esposti al Museo Parrocchiale sono cinque: una “Natura morta”, tre paesaggi, che portano tutti il titolo “Periferia” e lo straordinario ritratto di un ragazzo (Tozzi era soprattutto un eccellente ritrattista), dal titolo “Dolore e dignità”. La grande e inaspettata sorpresa, staccando a Moliterno il dipinto dal chiodo per l’imballaggio, è stata quella di scoprire che sul retro di questa tela è dipinto un altro ritratto autografato: il profilo di un uomo anziano e barbuto. Piero Tozzi si conferma così pittore, e uomo, dalle mille sorprese!
Dalla sua vita, così piena di avventure e di fascino, si potrebbe trarre un film: questo è stato anche l’auspicio del pubblico presente ieri all’inaugurazione della mostra. Un film in cui non si parli solo della sua pittura e della fama mondiale che raggiunse con il recupero e con il ritrovamento di opere straordinarie (la “Madonnina” di Raibolini, detto “Il Francia”, e il “San Giovannino” di Michelangelo), ma in cui vengano messe in risalto anche le sue doti umane, morali e diplomatiche. Doti dimostrate, ad esempio, nella raccolta in America di fondi consistenti, fatti giungere in Italia, durante la prima guerra mondiale, per l’assistenza ai bambini vittime delle privazioni della guerra. O nella sua partecipazione alla Conferenza di Pace di Parigi (1919), in qualità di consigliere, fortemente voluta dall’allora Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando, che lo chiamò al suo seguito. E ancora, nell’istituzione di 15 borse di studio annuali per i più bisognosi di Ruvo del Monte, paese natale mai dimenticato, promesse nel 1970 all’allora Sindaco di Ruvo, Vito Casino.
Ruvo del Monte, borgo minuscolo, si conferma ancora una volta terra di grandi uomini, e soprattutto uomini dal cuore grande: partecipiamo numerosi a tutte le iniziative che li riguardano!
Lina Spedicato