“Dappertutto e Rasoterra”pure NOI generazione anni settanta (nell’oblio di sempre senza programmazione e senza futuro)

Mutuando lo stupendo libro di De Rita “Dappertutto e Rasoterra “,caro direttore, abbiamo, da sempre,  caratterizzato la nostra esistenza di lucani , mai “sudditi” e  mai “numeri”, con comportamenti  all’insegna della correttezza, della passione pura , della determinazione e della trasparenza.

Merci rare nella Regione Basilicata e nell’intero cucuzzaro “meridionale”.

Ci  siamo occupati di  vicende nobili  denunciando l’assenza dal  Pantheon del PD lucano di autorevoli personaggi del socialismo “autoctono”, Rocco Scotellaro, in primis.

Abbiamo denunciato comportamenti scorretti  e blitz notturni, suggelli e disgustosi privilegi alla “brigante” maniera, senza mai sparare nel mucchio.

Se me lo consenti, caro direttore, mi  preme ricordare con un po’ di  orgoglio giornalistico   la “filippica” contro la FCA e i suoi segreti piani industriali , pubblicata dal sottoscritto su varie riviste e nella Rubrica “Sociologo di strada”. 

Piani industriali, mai definiti, mai dettagliati, mai condivisi.

Non era pensabile, non era credibile che forze sociali ed economiche lucane, maestranze, sindacati, enti locali  fossero tenuti all’oscuro. Non era onesto.

Non era corretto nei confronti di un territorio che ha dato tanto alla FIAT Sata, oggi FCA, e non ha preteso niente .

La FCA pur, con il  suo PIL “drogato”, pur nella sua “beata” solitudine ci appartiene, lo ricordo, soprattutto, ai neo amministratori del Centro-destra.

I cinque miliardi che saranno investiti nei prossimi anni riguarderanno in prevalenza Melfi . Tale notizia ci conforta per il prossimo futuro e per l’effetto indotto che tale investimento produrrà sia in termini occupazionali,  sia come serio  impatto “positivo” e “moltiplicatore” sul territorio.

Fatta questa premessa, caro direttore , la  mia riflessione,  già ampiamente dibattuta e  maturata nel tempo, va ribadita e  va, soprattutto, nella direzione  dello stupendo racconto di Giuseppe De Rita sui  cinquant’anni di Censis.

Ho partecipato nel lontano 28 novembre 2018 presso la libreria Mondadori alla presentazione del libro.

Una full immersion, anni settanta, tra vecchie e nuove generazioni sindacali, rappresentanti del Pianeta Giovani e del Forum Regionale e tanta altra  bella gente.

Mi è sembrato di rivivere per qualche minuto le ricerche  sul campo  della brava  antropologa, Annabella Rossi, allieva prediletta di Ernesto De Martino.

Chi potrà mai  dimenticare  quella bella avventura degli anni settanta  vissuta  in agro di San Fele, Pierno, con le sue ritualità magiche, con la sua  bella Chiesa sotto il “roccioso” Monte omonimo.

Una ricerca  racchiusa nel bel libro le: “Feste dei poveri” .

Noi “sociologi di strada e di periferia” siamo cresciuti tra ricerche sul campo e Rapporti  Censis.

Bene ha fatto la UIL Basilicata a dedicare all’evento letterario una bella serata con lo stupendo supporto del CSSEL ,

( brillante pensatoio, come ebbe a definirlo sulla Gazzetta del Mezzogiorno  il prof. Tommaso Russo in occasione della recensione al mio libro: “Quando la Sinistra amava il Mezzogiorno e la Basilicata”)

diretto dall’amico fraterno e collega Giancarlo Vainieri.

Se me lo consenti, caro direttore , il mio approfondimento riguarda una singolare  peculiarità del libro i “soggetti semplici” e la  “tenacia”.

Da oltre un trentennio da veri “soggetti appassionati e determinati” combattiamo con “tenacia” sul campo della formazione e della ricerca  per il riconoscimento sostanziale dei  vari modelli  lucani di micro impresa: “Dall’ Artigianato , all’Enogastronomia, dalle Imprese innovative, alle Aziende agricole operanti nel biologico e nel biodinamico”.

Purtroppo, caro direttore, lo dico con tanto rammarico e tanto sconforto, una politica politicante bieca, cinica, miope, approssimativa ha azzerato ,quasi trent’anni fa , con immensa superficialità e con indolente strafottenza e “nonchalance” i  vari “centri  e istituti” che afferivano al socio-economico, alla ricerca  (IBRES) e allo sviluppo dell’artigianato (ARSA).

Istituti e Centri  presenti e consolidati sul territorio lucano e sui mercati nazionali ed esteri.

Un provvedimento che ha ignorato le  vere professionalità presenti e operanti sul campo e ha azzerato tutte  le varie progettualità, comprese le Intese bilaterali  nel tessile abbigliamento e  nell’artigianato artistico.

Un azzeramento brutale che smentisce spudoratamente Giuseppe De Rita e la sua “autocoscienza collettiva” come obiettivo principale di un Istituto di ricerca.

Questo approccio politico dissennato e distruttivo aveva lo scopo di potenziare le  Associazioni di categoria .Purtroppo, come sempre, ci siamo svegliati nel deserto.

Ci siamo ritrovati, caro direttore, senza alcun supporto tecnico-specialistico , senza alcun orientamento  di mercato, senza alcuna bussola,senza alcuna ricerca sistematica, senza il supporto  indispensabile dei credibili Rapporti socio-economici annuali.

E’ sparita da trent’anni la bella programmazione . Siamo nell’indistinto. Siamo nel “pressappochismo” strutturale. Non abbiamo idee. Non abbiamo progetti. Non abbiamo futuro.

Si naviga a vista .Vergognosamente si “esternalizza” tutto… offendendo le professionalità “endogene”.

Mi fermo qui per  “mio”pudore…, non vado oltre.

Mauro Armando TITA

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