CONVERSAZIONI E VISIONI: A RUVO I RAGAZZI DIVENTANO PROTAGONISTI DELL’ESTATE

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Giornata dedicata soprattutto ai giovani e ai giovanissimi, quella di ieri venerdì 30 luglio, in cui sono continuati gli eventi dell’estate ruvese 2021, a cura della Pro Loco.

Nel pomeriggio, in collaborazione con il Museo Parrocchiale, nella piacevole cornice del giardino della Locanda Al Giglio d’Oro, si è tenuta la “conversazione” con il prof. Pasquale Tucciariello – giornalista, scrittore e coordinatore del Centro Studi Leone XIII di Rionero in Vulture – dal significativo titolo “Corde spezzate, legami solidi – Il senso dell’appartenenza”.

ll prof. Tucciariello, partendo da un suo racconto che vede come protagonisti due ragazzi i quali, cresciuti nello stesso borgo, dal quale si sono poi allontanati per intraprendere gli studi universitari in due diverse città, e scoprendosi innamorati, ad un certo punto si ritrovano come sospesi, con una decisione da prendere sul loro futuro, sul dove e sul come progettarlo. E’ questo il punto di partenza per illustrare le possibili e diverse visioni della vita dei giovani quando, al termine degli studi, si affacciano alla vita e al mondo del lavoro: da una parte ci possono essere le “corde spezzate”, che indicano una frattura, ossia la rottura di una dimensione sociale dentro una condizione di vita, che può essere quella del paese o della città in cui si è nati; e questa frattura può significare solitudine, abbandono, esclusione sociale, emigrazione, tutti termini con accezione negativa, che non hanno a che fare con la felicità dell’uomo. Felicità che, secondo il prof. Tucciariello, si può trovare e ottenere solo nei “legami solidi”, nell’economia “civile”, in contrapposizione all’economia “politica”, che oggi nel mondo non è più in grado di offrire soluzioni. E’ necessario il ritorno alla propria terra, sostiene il professore: in Basilicata, negli ultimi quarant’anni, si sono persi oltre 100.000 abitanti e, dei circa 400 alunni che egli ha avuto durante i suoi anni di insegnamento, solo una dozzina vi hanno fatto ritorno. Il lavoro qui c’è, per tutte le categorie, c’è bisogno di persone creative, ma occorre che i ragazzi comprendano il loro “senso di appartenenza” e che, andando via dalla propria terra, non si sentiranno mai più completi e felici, anche se magari avranno altro.

Tale opinione è condivisa dal giovane dr. Lucio Gruosso di Rionero che, dopo anni di studio e di lavoro fuori regione, in Trentino e nel viterbese, pur trovandosi bene, non si sentiva “a casa sua” e ha infine deciso di darsi un’altra possibilità e di tornare nella propria terra, che a suo avviso è da amare e da valorizzare. Racconta che, a seguito del primo “lockdown” e della possibilità di lavorare in “smart working”, anche altri suoi amici hanno preso la decisione di tornare nella terra d’origine, e non rimpiangono questa scelta.

Professoressa Angela Formichella

Di tenore un po’ diverso è l’intervento della prof.ssa Angela Formichella, secondo la quale la posizione del prof. Tucciariello, seppur molto bella, è tuttavia utopistica: il cordone ombelicale, sostiene la docente, ad un certo punto va tagliato, per proiettarsi verso mete sempre più ambiziose e scenari diversi da quelli a cui si è abituati, e verso la multiculturalità, tema oggi molto sentito. Le “corde spezzate” non vanno viste in un’accezione negativa, e non sono neppure propriamente spezzate, ma solo “tagliate” per un po’: si deve spiccare il volo, per poi ritornare arricchiti verso il “nido”, che è qui, sempre pronto ad accoglierci nuovamente.

Il prato della “Locanda al Giglio d’Oro”

Numerosi e appassionati gli interventi dei giovani ruvesi – Serena, Sabrina, Ilenia, Simone – che tutti sentono forte anche loro il “senso dell’appartenenza” e hanno raccontato con emozione le loro diverse esperienze: c’è chi ha iniziato fuori sede gli studi universitari, per poi decidere di completarli in Basilicata e di cercare qui il lavoro, per non essere lontano dai propri affetti, anche “adattandosi”; c’è chi, dopo la laurea triennale conseguita in sede per scelta, ha dovuto allontanarsi per completare gli studi, per mancanza di una laurea specialistica di gradimento; e ancora, chi, dopo gli studi fuori sede, deve continuare a restare fuori regione per potersi dedicare all’insegnamento; c’è infine chi, pur desiderando restare, è stato costretto a studiare fuori, poiché non c’era in Basilicata la facoltà a cui desiderava iscriversi, e sarà obbligato, per lo stesso motivo, a frequentare fuori anche la specializzazione.

Simone Stia

Scenari diversi, dunque, ma in tutti i giovani presenti si è colto un amore profondo per la propria terra, e il desiderio che prima o poi si possa ritornare tutti a viverci stabilmente, costruendo qui il proprio futuro.

La proiezione nell’anfiteatro comunale

Terminata la “conversazione”, la serata di venerdì 30 è poi proseguita all’Anfiteatro Comunale di Ruvo, dove un discreto pubblico, in massima parte di giovanissimi, ha assistito alla proiezione di “Enola Holmes”, l’intrigante film del 2020, in cui la protagonista Enola – sorella minore del celebre Sherlock Holmes – narra in prima persona le sue rocambolesche avventure alla ricerca della madre scomparsa.

Lina Spedicato

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