ANZIANI PROBLEMI O RISORSA?

In questi giorni impazza la Questione Anziani sui mass media e nelle istituzioni, regionali, in primis.
Qualcuno ha proposto la “quarantena” assoluta per gli over settanta.
Lasciamo al qualunquismo di strada queste orripilanti affermazioni compresi i “latrati” del Governatore Toti, irricevibili e incommentabili.
Per rifarci a Jodorowsky…”un mondo in cui ci sono soltanto parole è un universo privo di concretezza , di creatività , di obiettività e di onestà intellettuale”.
Le parole risultano isteriche (come nel caso di TOTI) quando sono assunte come un linguaggio in cui l’oggettività è rappresentata dalle parole stesse.
Qualche anno fa con gli amici del TG7 Basilicata ci siamo cimentati in una bella riflessione sugli Anziani.
Anziani, problema o risorsa?
Abbiamo concluso che sul viale del tramonto non è la morte che fa paura ma la solitudine.
Dobbiamo ricordare che Anziani si è già a 65 anni, oggi , grazie alla Fornero lo siamo a 67.
Quando il conforto del peso del lavoro non c’è più e ci si ritrova a combattere con la solitudine che si insinua piano piano nella vita di noi anziani e ci fa sentire meno cittadini e sempre più sopportati, in quel momento devono scattare gli antidoti al mal di vivere.
In questa direzione si era mossa la Regione Basilicata alla metà degli anni ottanta e agli inizi degli anni novanta con due stupendi progetti sulla cosiddetta “Domanda Assente” con il Prof. Francesco Susi della Sapienza e la Prof.ssa Franca Pinto Minerva dell’Università di Bari.
Il Progetto, per certi versi “rivoluzionario“, partiva dal bisogno più profondo dell’anziano che sta nell’essere accettato dalla sua famiglia e dalla stessa società lucana.
Partendo dall’assunto che la solidarietà lucana nei confronti dell’anziano è un flebile ricordo del passato e che la marginalizzazione degli stessi, non più attivi, non più protagonisti, costretti a condurre una monotona vita quotidiana, non relazionale e non creativa, li ha sospinti definitivamente verso l’afasia relegandoli nell’area della passività, il Progetto si è fatto carico di un diverso approccio intergenerazionale tra Anziani e Giovani .
Un approccio che aveva creato nuove forme di aggregazione e di vita in comunione , liberate da vincoli , cariche di democrazia vissuta e praticata e aperte alla fantasia e alla creatività con stupendi corsi di teatro in vernacolo, con mostre di fotografie dell’epoca , con cineforum conditi da dibattiti di esperti, chiamati all’uopo, con corsi di musica e corsi di incitamento, di qualsiasi genere.
Questi ultimi hanno avuto un successo particolare , partendo dall’ affermazione di Henry Ford :”Niente è davvero difficile se lo si divide in tanti pezzettini”.
Con la Domanda Assente abbiamo segmentato impegni e obiettivi …i nostri Anziani dell’epoca erano entusiasti e protagonisti di tutti i “pezzettini”:
“Dalle mostre di fotografie alle corsualità sperimentali in cucina , dai cineforum ai corsi di ricamo e maglieria”.
Un crescendo di iniziative culturali, artigianali e culinarie con un entusiasmo, fuori dal comune.
Avevamo costruito nel nostro microcosmo lucano una vera società interculturale e intergenerazionale.
Peccato che questi progetti non siano stati più riproposti.
Oggi l’afasia e la noia regnano sovrane con qualche dose di fobia e di paura in più per il diffondersi del Covid 19, soprattutto, nella Terza età.


Armando TITA
sociologo

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