La Giunta di salute pubblica, Forum giovanile, il precariato, e lo scippo dei tirocini
Il direttore del Quotidiano ha proposto una Giunta di salute pubblica per conservare l’integrità territoriale scossa dal pastroccio della Provincia Unica.
La mia esperienza trentennale sia professionale e sia politica mi impongono un serio approfondimento.
Un serio approfondimento che guarda alla nuda e cruda società lucana.Una società lucana che non ha mai mostrato spiccate individualità.
Individualità poco dotate di carisma e di vera dignità.
Poche le professionalità emergenti, pochi gli uomini veramente liberi.
Liberi da compromessi , liberi dalle partitocrazie dorotee.
Tutti siamo inciampati in una militanza, quasi supina.
Pochi sono quelli che hanno preferito l’Aventino e sono usciti di scena alla Montanelli turandosi il naso senza salire sui tanti “predellini” di turno.
Sarei curioso di conoscere le personalità di provata dirittura morale e professionale che possono far parte di una Giunta di salute pubblica.
La totale incoerenza , il trasformismo più bieco e la più grave forma di ipocrisia si è impossessata del cosiddetto ceto medio lucano.
Un ceto medio ingordo e senz’anima e una pletora di presunti giovani professionisti che si sono sbizzarriti e si sono caratterizzati per l’assalto alla diligenza e per l’assalto nostrano del Carro della Bruna.
Un assalto che ha mietuto tante vittime illustri.
Vittime illustri che hanno preferito altri lidi e altre mete.
Sono queste le ragioni che mi fanno incazzare e mi fanno, ob torto collo, comprendere che il nostro seppur timido Laboratorio degli uomini liberi, forse, resterà una mera chimera.
L’oscuro tunnel non vedrà mai la luce se non investiamo sui ragazzi e sui nostri figli.
Ora che si è costituito il Forum Regionale dei Giovani riproporre il perenne e mai dimenticato precariato delle nuove generazioni lucane non è certamente peregrino.
In un momento di forte emozione “recuperare” tante problematiche emergenziali può sembrare quasi un paradosso.
Paradosso non lo è se il “recupero” è confrontato con la cruda realtà quotidiana.
Noi che da anni immemori ci battiamo per una seria operazione VERITA’ su Elisa Claps non possiamo ulteriormente dimenticare e vanificare i vari provvedimenti finalizzati all’occupazione giovanile , in primis , i tirocini formativi .
I nodi al pettine sono terribilmente comparsi in queste ultime settimane.
Moltissime sono ancora le contestazioni…tanti sono ancora in spasmodica attesa.
La beffa perpetuata a danno dei 13 mila giovani lucani diplomati e laureati non si è ancora “estinta” del tutto, nonostante il silenzio della Stampa locale.
Il popolo della rete minaccia incursioni al Palazzo.
L’ex assessore Autilio ha mostrato rammarico e perplessità in queste ultime settimane oltre a ricordare il VOTO unanime del già defunto “Consiglio Regionale “.( Sarebbe auspicabile un po’ di pudore da parte di tutte le Forze politiche ,allora presenti, nella scorsa Assemblea consiliare).
Le mamme per il lavoro che si sono battute strenuamente per la concreta approvazione del provvedimento non si sono ancora pronunciate GLISSANO paurosamente.
La UIL e la CGIL nel frattempo, hanno lanciato il loro SOS sull’occupazione.
Oltre trentasettemila sono i disoccupati e oltre centomila i precari e gli inoccupati secondo le stime dell’Unioncamere di Basilicata.
La dura presa di posizione di Marcello Pittella sui doppi incarichi ci aveva fatto sperare per una “non” più timida e auspicabile inversione di tendenza.
Negli ultimi cinque anni abbiamo analizzato e denunciato come non mai.
Spesso siamo state Cassandre inascoltate, molte volte i nostri richiami sono stati puntualmente condivisi dai “Santuari” e dai tanti leaders opinion che contano.
Da tanto tempo vi è un silenzio assordante da parte della Confindustria lucana.
Dai tempi di Capri non ci sono state sostanziali novità.
L’anno scorso abbiamo richiamato l’attenzione sui nostri giovani imprenditori impegnati in settori tradizionali.
Oggi ci siamo resi conto che l’imprenditoria giovanile lucana in un anno ha acquisito un ruolo che la pone al centro del Mediterraneo.
Sui temi ambientali i Sindaci dell’Alto Bradano non vogliono che il loro territorio diventi gruviera.
Pio Abiusi e Nunzio Festa ci ripropongono da sempre le “paure” mai sopite su Scanzano e Arpab.
Non abbiamo mai dimenticato le denunce sul Termodistruttore della Fenice di Melfi.
Non erano bastate le nostre anticipazioni.
Avevamo preannunciato, nel silenzio assordante, degli addetti ai lavori, che l’aria era diventata irrespirabile.
L’aria irrespirabile non era certo determinata solo dai fumi del Termodistruttore, ma, da una serie di compromessi e di mediazioni, ormai non più accettabili.
Quello che abbiamo sostenuto negli anni scorsi rispondeva a un elementare principio di democrazia.
Volevamo conoscere il tasso di inquinamento nell’area dei Bacini Industriali della Fiat Sata.
Le popolazioni del Vulture Melfese avevano diritto a conoscere la Verità.
Non era e non è possibile glissare sulla DIOSSINA.
Eppure, le nostre ripetute denunce altro non erano che, il frutto delle tante note e dei tanti approfondimenti, apparsi perfino sul Sole 24 Ore, giornale della Confindustria.
In questa regione non tutti colgono la gradualità di certi fenomeni.
Una gradualità lenta e per certi versi snervante.
Se tremila famiglie navigano nell’oro, trentasettemila sono disoccupati, centomila sono precari, altrettanto sono gli inoccupati e duecentomila sono i pensionati ad un tasso di riprovevole povertà una ragione ci deve pur essere.
Se lo chiedeva la Chiesa lucana nei mesi scorsi lo chiediamo all’unisono pure noi.
Vogliamo sperare, forse, inutilmente, in una sana e dignitosa reattività che langue ormai da troppo tempo.
Abbiamo cercato di approfondire con gli atti e i fatti gli incresciosi fallimenti della Bancopoli lucana del ’94 e delle varie gestioni commissariali degli Enti sub regionali “madri” di tutte le incongruenze e di tutte le inadempienze odierne.
Anche quelle incresciose situazioni sono il frutto di una scarsa reattività delle categorie a torto definite ” produttive e imprenditoriali “.
E’ inutile riproporre Martin Luther King.
Lo sappiamo tutti che il silenzio è pericoloso e che non bisogna aver paura dell’ira dei cattivi, ma, del silenzio dei buoni.
Lo abbiamo ribadito fino alla noia e in tutte le salse.
Come pure abbiamo riproposto con puntuale precisione le inattività dei territori, i deficit infrastrutturali e la mancanza dei tre fattori industriali tanto ripresi anche dalle riviste specializzate della stessa Confindustria lucana.
Su questi aspetti è caduta una cappa di silenzio assordante.
Le sole denunce si sono riversate sui territori e sulle solite e ataviche defaillances degli amministratori locali.
E’ un dejà vu che non ci consola.
Avremmo preferito un mea culpa più sincero, più obiettivo e più onesto.
Avremmo preferito approfondire le vere cause del disastro ASI e i tanti casi patogeni di industriali del Nord, dediti al disonesto e mafioso mordi e fuggi.
Oggi ci risvegliamo, caro direttore, più delusi e più angosciati di prima, convinti, come siamo, che noi lucani restiamo per Squinzi e soci e forse per la classe dirigente e per la Politica che conta un Mercato di Riserva, una espressione geografica e coloniale moderna nonostante le nostre immense ricchezze energetiche, naturali e ambientali non tralasciando la grande RISORSA ACQUA.
…Ah! se ci trattassero alla stessa stregua di Chavez, sarebbe un bel Federalismo lucano.
Mauro.Armando.Tita@alice.it