Ennesimo suicidio nel vuoto della società potentina e dei servizi sociali
Pubblicato in grande EVIDENZA sul Quotidiano del 15 dicembre 2013
Forse la mia rabbia sull’ennesimo suicidio di una povera ragazza sedicenne lanciatasi dal balcone di casa non serve a una opinione pubblica distratta dalle vicende politiche “renziane”.
Questa anonima e povera ragazza potentina ha lasciato un biglietto con violenti accuse a una società potentina “sciapa “.
Una società dedita alle “emarginazioni” di classe e al consumismo più sfrenato.
Consumismo sfrenato garantito da “bonificati” e immaturi genitori correi e senza dignità.
Forse, la causa scatenante è stata la solita conventio ad escludendum.
Ho partecipato ai funerali senza conoscere vittima e famiglia.
Gli strali lanciati da Don Basso verso la cosiddetta Potenza-bene mi hanno fatto sobbalzare sui banchi della chiesa di San Michele, per la prima volta ho ripensato atutte le mie denunce e ai miei strali sulla esclusiva e sciatta borghesia potentina, quella china e supina ai voleri della politica politicante e pronta a magnificare le virtù delle vacanze esotiche , delle griffes e dei locali esclusivi.
Una povera ragazza sedicenne che si sente sempre più incompresa, sola, emarginata da questa società “ovattata” decide di farla finita nel silenzio plumbeo di sempre.
Che cosa ti combina l’opinione pubblica, la stampa e tutto il perbenismo pretoriano L’OBLIO ASSOLUTO:
Bisogna rimuovere il caso immediatamente senza se e senza ma.
La sedicenne suicida non può godere, come le altre volte è successo sul nostro Quotidiano, neanche del conforto della psicologa di turno.
Un altro caso Claps con tutto il carico mediatico che comporta è un po ‘ troppo per il “conformismo” potentino.
Da queste colonne i nostri accorati appelli non hanno mai sortito alcun effetto.
Oggi ci ritroviamo con l’ennesimo suicidio che non trova alcuna forma di solidarietà, ma tanto cinismo e tanta ignavia.
Tutti muti di fronte al tema del mal di vivere.
I suicidi ingiusti e ingiustificati di tanti ragazzi lucani ripropongono il tema della solitudine e del vuoto materiale in cui viviamo quotidianamente in una società “apparente”.
Il tanto dibattuto disagio giovanile lucano impone una seria riflessione.
Il tema dei ragazzi adolescenti dediti alle nuove bevande (alcolpops) e ai mancati “controlli” genitoriali non viene adeguatamente “attenzionato” dai servizi sociali.
Ogni intervento risulta tardivo. Tanti sono i giovani coinvolti. L ‘allarme sociale era già scattato qualche tempo fa.
Nei mesi scorsi avevamo trattato il “disagio giovanile” in tutte le salse.
Avevamo denunciato la totale assenza, in termini di prevenzione e di efficacia degli interventi.
Ci eravamo e ci siamo chiesti tante volte qual’era e qual’è il ruolo di tanta dirigenza medica (di se stessa) e di tanti Psicologi e Sociologi, in special modo, questi ultimi che ricoprono responsabilità apicali nelle strutture complesse?
Forse il Renzi di turno provvederà a razionalizzare tanti stipendi d’oro immersi nelle nullità e nel parassitume quotidiano.
E’ arrivato il momento del redde rationem anche per loro, immersi come sono nell’oblìo generale.
Il nullismo e il nichilismo non deve prevalere anche in queste figure apicali.
Molti di questi lor signori non trovano di meglio che candidarsi nel “mucchio selvaggio”.
Quasi a voler fornire una presunta legittimazione.
Ancora non vediamo una piccola e incoraggiante inversione di tendenza in questo strategico settore.
Abbiamo sottolineato tante volte l’approssimativo approccio dei progetti pubblici e del privato-sociale, basati su desueti “itinerari metodologici” e su scarsissime risorse finanziarie.
L’attenzione politico-istituzionale lo diciamo accoratamente ai renziani lucani non può essere più centrata, ancora, oggi, su generici problemi di socializzazione o su confusi bisogni derivati da un’ altrettanta generica appartenenza ad un’età.
L’attenzione deve essere concretamente centrata su una precisa condizione sociale come quella del disagio giovanile lucano che è fatto di solitudine, isolamento, incomprensione, mancata solidarietà e che ha prodotto e produce effetti devastanti nelle coscienze degli stessi giovani.
E’ inutile soffermarsi sugli angoscianti fatti delittuosi e sugli incomprensibili suicidi di ieri e di oggi che hanno visto per protagonisti giovanissimi lucani e disoccupati.
E’ molto strano che da sempre su questi incresciosi episodi venga calata una cappa di silenzio.
Speriamo che la sedicenne suicida di Potenza scuota, anche se, tardivamente, le coscienze dei Lucani di buona volontà e, soprattutto, quelle degli uomini della Chiesa Lucana non solo dell’umile e determinato don Basso.
” E’ arrivato il tempo, di rendere giustizia agli ultimi e alle nuove generazioni”.
” E’ arrivato il tempo di assumere un concreto ruolo energico , propositivo e carico di vere responsabilità che affrontino seriamente il tema dei servizi e delle emarginazioni sociali in Basilicata.
Vogliamo progetti concreti e fattibili siamo stanchi di garantire smisurate e fatue strutture dirigenziali, tanto dilatate emai riconosciute professionalmente, con una Conseguente e lapalissiana ANALISI COSTI/BENEFICI.
E’ tempo di superare ingiustificate assenze e privilegi, ormai non più tollerabili”.
Lo chiedono i tanti suicidi dei fragili adolescenti e dei tanti disoccupati lucani.
Speriamo che dopo questo angoscioso caso e dopo gli strali di Don basso non prevalga l’IGNAVIA e il CINISMO di sempre.
mauro.armando.tita @alice.it